INSIEME A TE NON CI STO PIU’


GUFETTO.IT
Insieme a te non ci sto più@Teatro De’Servi – Roma

Mercoledì 07 Novembre 2012 11:18 Marco Pelliccioni

li effetti di un terremoto su una casa già instabile, si sa, possono essere davvero devastanti. Se poi quel terremoto è una crisi coniugale, allora si salvi chi può! Come si può riprendere la propria vita in mano? E’ forse una vana illusione quella di scardinare le proprie certezze e i propri pregiudizi per condurre una vita più attiva e, addirittura, sperare di salvare qualcosa di importante? Insieme a te non ci sto più, in scena al Teatro De’Servi, offre una risposta a questi dilemmi. Una scenografia a split screen simboleggia un percorso interiore durato tre anni, dal 1989 al 1992. Protagonisti di questa avventura in se stessi sono un architetto ossessionato da Umberto Eco e da una “cliente tipo” e sua moglie, una casalinga dagli incubi ricorrenti. Da un lato del palcoscenico, il 1989 segna l’inizio di un colloquio tra la donna frustrata e delusa e un sorprendente psicologo rumeno, reinventatosi come improbabile muratore. Dall’altro lato, il 1992 è occasione per ripercorrere a ritroso tutta la vicenda e far comprendere ai personaggi e al pubblico quali sono stati i momenti chiave, i punti di rottura e gli imprevisti attraverso i quali paziente e dottore sono giunti a questa seduta che, forse, sarà l’ultima prima di un nuovo inizio. I personaggiche agiscono sulla scena sono decisamente poliedrici: ognuno cela in sé un doppio, un mondo inconscio che preme prepotentemente per uscire allo scoperto. L’architetto è abitudinario e politicamente convinto, eppure il suo piccolo mondo dovrà scontrarsi con i timori e la mancanza di certezze che seguono alla rottura con la moglie; quest’ultima proietta nei suoi sogni un’incipiente aridità sentimentale che tarda ad ammettere a se stessa; una misteriosa zingara nella metropolitana, forse, non è poi quel che sembra. Su tutti campeggia la figura dello psicologo rumeno che, con i suoi consigli professionali e con una spumeggiante simpatia diventa il trait d’union di tutte queste esistenze sgangherate. La pièce, grazie all’ottima interpretazione di Siddharta Prestinari, di Matteo Vacca e di tutti gli altri interpreti, risultacoinvolgente sin dalle prime battute, anche grazie a una sceneggiatura ben orchestrata e a un umorismo pacato e mai sopra le righe. Lo spettacolo sarà in scena fino al 25 novembre.

Marco Pelliccioni


Insieme a te non ci sto più!
12 novembre 2012 | By Orlando Felici

Siamo nel 1989, anno di grandi cambiamenti. Il muro di Berlino sta per crollare e con lui si sbriciola l’idea o meglio l’ideologia comunista come modello di Stato. Andrea (Alessandro Tirocchi), architetto frustrato di sinistra, fissato con il suo Tg3 e con le vicende dell’ultimo Pc di Achille Occhetto, vive quei giorni, tra alti e bassi, con una professione che ama profondamente – forse anche troppo – ma che spesso lo mette di fronte a clienti che hanno come unico desiderio quello di erigere una colonna in salone. A questo proposito la sua “cliente tipo” (Morgana Giovannetti), assillante e petulante come non mai, tormentandolo continuamente e divenendo il suo peggior incubo, rappresenta bene questo aspetto del suo lavoro. A fargli compagnia Arianna (Siddharta Prestinari), la moglie, casalinga che sogna ogni notte di scongelare pesci dal frigo.
La loro vita procede senza troppi scossoni, sempre uguale a se stessa, ma al tempo stesso stabile e salda, proprio come una casa. Andrea difatti confonde spesso Arianna e l’idea di famiglia con la casa, inteso come luogo fisico in cui vivere. Deformazione professionale, ovviamente, così come le metafore architettoniche che sciorina in continuazione, facendo innervosire la moglie.

Ma la vita di coppia non risponde alle leggi della fisica o dell’ingegneria e ci vuole poco per far crollare tutto, anche un rapporto che all’apparenza sembra solido e fermo. E così senza che Andrea ne intuisca i segnali, Arianna a poco a poco si allontana e decide di cacciare il marito di casa.
A questo punto altri personaggi entrano in scena. Ernesto (Matteo Vacca), spasssoso psicologo – muratore romeno, che prende di fatto in cura la confusa Arianna e Aisha (Barbara Russo), misteriosa zingara da anni innamorata segretamente di Andrea, che nasconde dietro alla maschera di nomade romena, un mondo delicato e fatto di sentimenti sinceri.
Tra un continuo e gustoso rimbalzo temporale tra il 1989 e il 1992, Andrea e Arianna mettono a nudo la loro storia, che non mancherà di riservare continui colpi di scena…

Insieme a te non ci sto più! è una commedia ben scritta, in cui gli interpreti, tutti a loro agio nei rispettivi ruoli, si esaltano rendendo la pièce gradevole e divertente, ben guidati dal brio di Michele La Ginestra alla regia.
Decisamente indovinata l’idea di saltare, attraverso un riuscito gioco di luci, da un anno all’altro. Assolutamente all’altezza anche la scenografia, che ben supporta le vicende dei protagonisti sul palco. Da vedere.

Insieme a te non ci sto più! Di: Adriano Bennicelli
Regia di: Michele La Ginestra Con: Siddharta Prestinari, Alessandro Tirocchi, Matteo Vacca, Barbara Russo, Morgana Giovannetti


La recensione di Cristiana Cittadini

Terremoti d’amore

Commedia divertente e amara nello stesso tempo…un terremoto di coppia devastante, che distrugge la vita coniugale di Andrea, un architetto dalla vita molto frenetica e turbolenta, e Arianna, che trascorre notti insonni con l’incubo ricorrente di scongelare alimenti ittici.
Nonostante tutto sono una coppia stabile, apparentemente sicura, ma in realtà stanno perdendo il controllo della situazione, fino a sconvolgere e mettere in dubbio i propri sentimenti l’uno per l’altra. Si lasciano e sono costretti ad andare in analisi per risolvere ognuno i propri problemi e nel frattempo incontrano vari personaggi, che scuotono i loro animi e riporteranno la luce nella loro vita coniugale.
La scenografia è sempre la stessa per l’intera durata dello spettacolo, funzionale, un divano al centro del palcoscenico e sul fondo l’immagine di un campo nomadi, dove si tengono gli incontri tra Andrea e Aisha, una zingara affascinante e misteriosa, che Andrea ha conosciuto sulla metro, dove si sono incontrati o meglio scontrati violentemente. Un altro personaggio ruota intorno alla vita dell’architetto, una sua cliente ossessionata da archi e colonne da mettere ovunque nella sua casa, in salone e se fosse possibile persino in giardino, insieme ai sette nani!
Nel frattempo Arianna trascorre ore ed ore con il suo psicologo rumeno Ernesto, personaggio brillante ed estroverso, con il suo linguaggio particolare, che lega insieme italiano e rumeno, da cui nascono battute esilaranti.
Una perfetta armonia tra i vari personaggi che si alternano sulla scena e un ritmo incalzante della storia rendono lo spettacolo molto piacevole. La storia di Andrea ed Arianna fa riflettere, del resto certi “terremoti” possono capitare a chiunque di noi, più o meno devastanti, a volte basta poco per scatenare una lite, una discussione, una piccola o grande crisi all’interno della coppia e rialzarsi è difficile, ritrovare la pace, l’equilibrio. Non sempre ci si riesce da soli e spesso, come succede ai protagonisti della commedia, si ricorre all’analisi e con l’aiuto dello psicologo torna la tranquillità, ognuno capisce i propri sbagli, attraverso l’introspezione, la critica e il confronto.

Visto il 21/11/2012 a Roma (RM) Teatro: Dei Servi


L’uomo in crisi di coppia: ON per ricostruire, OFF per fuggire

di Giulia Paciotti

Sul palco di casa De Servi arriva quel momento del matrimonio in cui l’istinto femminile si accorge che qualcosa non va più. La solidità della casa e delle colonne, la sicurezza e il calore che può dare un accogliente salone con camino, o un arredamento ricercato, non bastano a coprire le crepe che avanzano in solchi sempre più profondi. Insieme a te non ci sto più, oltre ad essere il titolo dello spettacolo è anche la colonna sonora, in versione Battiato, che abbraccia i due protagonisti, ricordando ciò che si cerca in un amore, “la tenerezza che non ho, la comprensione che non so trovare in questo mondo stupido” e che quando non si trova più nell’altro, si cominciano a guardare “le nuvole lassù”, aspirando a nuovi ideali.

Andrea (Alessandro Tirocchi) è un architetto stressato dalle banali richieste della sua cliente (Morgana Giovannetti), affatto innovative, che non gli permettono di esprimere gli aspetti creativi della sua professione. Il ritorno a casa è uno sprofondare sul divano a guardare la tv, a distogliersi dall’amarezza delle sue giornate. La moglie Arianna (Siddhartha Prestinari), pilastro della casa più che della vita di Andrea, è tormentata da un sogno che fa tutte le notti, scongelare pesci, e presto si accorge che il freezer è proprio il suo matrimonio. Il terremoto si appresta ad arrivare e la coppia viene inaspettatamente salvata da altri due personaggi che si immergono nella storia: un muratore rumeno, laureato in psicologia (Matteo Vacca) e una zingara (Barbara Russo) che legge la mano e il futuro, o sa semplicemente leggere negli occhi.

Il regista Michele La Ginestra crea con il suo spettacolo un dialogo continuo con il pubblico, affidato agli attori e alla scenografia. La storia salta dal 1989 al 1992 solo con un cambio di luce, si passa da Che Guevara a Eros Ramazzotti, da installazioni di “Panic ROOM” nelle case, a sedute psicoterapeutiche dal dottore rumeno. La crisi della coppia e le crepe della casa sembrano riflettere il cambiamento che il mondo subisce in quegli anni: il crollo del muro di Berlino, la fine della guerra fredda, il flusso sempre crescente di immigrati.

Per Andrea la casa è sinonimo di solidità e sicurezza, e questo gli basta a sentirsi protetto. Le crepe sono avvertimenti invisibili che non coglie. Quando la casa crolla, così come la sua storia, corre ai ripari, spaventato dalla parola “ricostruire”.

“L’uomo, nel senso di maschio, ha solo un pulsante. Può essere ON o OFF. E quindi non vede i problemi sul momento. Se ne rende conto sempre dopo. Distruggere tutto è più semplice – dice La Ginestra – ma il segreto per una coppia solida è il confronto. Affrontare insieme gli ostacoli, per poi costruire insieme una nuova realtà.”

In scena al Teatro de’ Servi di Roma fino al 25 Novembre.


Insieme a te non ci sto più – Teatro de’ Servi (Roma)
Sabato, 24 Novembre 2012 Caterina Paolinelli 

In scena al Teatro de’ Servi dal 6 al 25 novembre una commedia in due atti dove a farla da padrone è il quotidiano con le sue vicissitudini. Il lavoro è diretto da Michele La Ginestra. Uno spettacolo dai toni brillanti e dalla comicità molto semplice, diretta e fruibile per tutti.

 Teatro 7 Srl presenta
INSIEME A TE NON CI STO PIU’
di Adriano Bennicelli
con Matteo Vacca, Siddhartha Prestinari, Barbara Russo, Alessandro Tirocchi/ Michele La Ginestra, Morgana Giovannetti/Giorgia Guerra
disegno luci Francesco Mischitelli
scene Opusincertum
regia di Michele La Ginestra

Il sipario si apre: un divano al centro. A destra della scena siamo nel 1989 e alla sinistra nel 1992. Da cosa lo capiamo? Ci sono due poster ad indicarcelo e a mettere a riposo per sempre la nostra fantasia. Nel 1989 Che Guevara e nel 1992 Eros Ramazzotti. Sì, decisamente due punti di riferimento da mettere in relazione sia per valore storico che contributo sociale. L’ironia emerge spontanea, scaturisce da dentro. Anzi, più che ironia tout court, è forse il bisogno di farne dentro di se’. Una sorta di istinto di sopravvivenza.
Si parla di un prima e un dopo, anche se i confini temporali non sempre sono gestiti chiaramente. Una coppia in crisi: l’architetto Andrea, interpretato in occasione di questa replica dallo stesso regista Michele La Ginestra, e sua moglie Arianna, una donna in perenne dialogo esteriore con il suo psicanalista (per forza siamo negli anni ’90!). La relazione e la vita dei due viene sviscerata e analizzata sotto vari punti di vista: lei e lui insieme, lei e il suo analista, lei da sola, lui con la sua ricca cliente borghese che lo tartassa con archi e colonne, lui in lite con la ragazza ROM, lui che parla (decisamente a sproposito) di Umberto Eco e Achille Occhetto, ecc… ecc… Insomma di tutto e di più con il chiaro obiettivo di tirarci dentro a una serie di episodi alquanto comuni e quotidiani, al fine di leggere le dinamiche che contraddistinguono questa relazione.
Una coppia in crisi dicevamo, in un Paese in crisi: siamo infatti alla fine della guerra fredda, viviamo in diretta la caduta del muro di Berlino che viene ridotto ai minimi termini e paragonato allo sgretolarsi della coppia in questione. Peccato che la caduta del Muro sia stata una cosa positiva, un segno di libertà e democrazia per l’Europa, parallelismo di certo non applicabile agli ordinari drammi amorosi dei nostri inquieti protagonisti.
La struttura è semplice, lineare. La recitazione dall’impostazione sostanzialmente tradizionale, si attesta su toni piacevolmente brillanti e piuttosto allegri. Diciamo una sorta di fiction-teatralizzata (si, perché fatta in un teatro). Particolarmente apprezzabili gli interventi estemporanei della brava Giorgia Guerra che riesce ad emergere grazie alla sua spiccata verve e al suo tempismo comico. 
Il pubblico apprezza decisamente lo spettacolo, le risate di gusto in platea lo testimoniano. “Insieme a te non ci sto più” è una commedia che conquisterà gli amanti del teatro brillante, finalizzato ad un puro e spensierato intrattenimento, capace di regalare una serata di disimpegno leggero e svago.