ER VINO E’ SEMPRE VINO


Giovedì 18 Ottobre 2012 13:42 – Scritto da Dino De Bernardis

Dal 16 al 28 ottobre. Quinto spettacolo della stagione del Teatro Sette, “Er vino…è sempre vino”, supera di gran lunga le più rosee aspettative. L’inizio di stagione sta dimostrando l’altissima qualità della programmazione, fatta di proposte seducenti ed intelligenti che riescono a conciliare nuovi progetti con giovani promesse, senza tralasciare la tradizione popolare e classica della drammaturgia italiana. 

Teatro 7 Srl presenta ER VINO…E’ SEMPRE VINO
scritto e diretto da Michele La Ginestra
con Michele La Ginestra, Tiko Rossi Vairo, Vania Lai, Marzia Turcato, Francesca Baragli, Gabriele Carbotti, Luca Paniconi – musiche originali Antonio Di Pofi; scene Camilla Cuparo; disegno luci Francesco Mischitelli; costumi Giusy Nicoletti

La formula si sta dimostrando vincente grazie alla lungimiranza ed intraprendenza del suo direttore artistico Michele La Ginestra che, in controtendenza rispetto a quanto purtroppo spesso accade nel mondo teatrale, scommette sull’entusiasmo di attori emergenti mettendo al loro servizio la sua esperienza in modo generoso e disinteressato.
Ed è un po’ quello che avviene nella pièce che sarà in scena dal 16 al 28 ottobre, in cui sei giovani attori si trasformano in un nutrito gruppo di popolani scavezzacollo, irriverenti e smargiassi, accompagnati sul palco da un narratore d’eccezione: niente meno che il poeta Carlo Alberto Salustri, per tutti semplicemente Trilussa, interpretato, appunto, da un magistrale e brillante Michele La Ginestra. L’attenzione riservata agli spettatori, accolti al loro ingresso con un bicchiere di vino, è di quelle che ti fanno sentire subito in famiglia, dove il calore e l’ospitalità disinteressata, più che in teatro, ti fanno sentire come i clienti di quell’osteria dell’orto in cui i nostri protagonisti, tra musiche e poesie, ci faranno rivivere uno spaccato di vita della Roma dei primi del Novecento.
La riproposizione dell’atmosfera è garantita anche dalle perfette e suggestive scenografie disegnate da Camilla Cuparo e dai tradizionali costumi di Giusy Nicoletti, il tutto accompagnato dalle note incantevoli delle musiche di Antonio Di Pofi.
Il vino intorno al quale i nostri protagonisti si riuniscono, risulta così essere il pretesto per intraprendere un viaggio nelle tradizioni popolari e veraci della Roma di un tempo, in cui a farla da padrone saranno dolci serenate alternate a dispute amorose, il tutto declinato attraverso i versi del Belli, di Trilussa, i testi di Cesare Pascarella e di Ettore Petrolini e le preziose informazioni tramandateci da Giggi Zanazzo.
Spassose battute contrappuntate da momenti di particolare romanticismo accompagneranno il pubblico nella riscoperta di quelle tradizioni sempre più melanconicamente rimosse dalla memoria collettiva, come la famosa “passatella”: gioco da osteria che affonda le proprie radici nella Roma antica e che divenne celebre e diffusissimo nel periodo di egemonia dei Papi sulla città eterna. Tra filastrocche, colossali bevute ed ancor più gigantesche ubriacature, spesso questo apparentemente innocuo passatempo degenerava in vere e proprie violente risse.
Meritevole di una menzione particolare l’esilarante interpretazione di Michele La Ginestra del personaggio del ciabattino Archimede, il calzolaio ubriacone e filosofo che non perde occasione per dare sfogo ai propri pensieri incontrollati, lasciando intendere di saperla molto lunga ed inanellando una serie incredibile di strafalcioni esilaranti.
Michele La Ginestra dà sfoggio di tutte le sue qualità istrioniche sfoderando anche una straordinaria vena romantica nell’interpretazione di una stupenda e apprezzatissima serenata di Giuseppe Giaocchino Belli che accomuna tutto il pubblico in un caloroso applauso.
E così, riprendendo una frase del Trilussa riferita ad un amore finito, “nel core rimane sempre qualcosa”, c’è la consapevolezza al termine della commedia che La Ginestra sia riuscito a far rimanere anche nel cuore degli spettatori un qualcosa, fosse anche un nostalgico ricordo di una Roma forse andata ma comunque mai dimenticata.

Grazie a: Andrea Martella, Ufficio stampa Teatro 7


Er Vino E’ Sempre Vino
22 ottobre 2012 | By Orlando Felici

Er vino… è sempre vino, spettacolo scritto, diretto e interpretato da Michele La Ginestra, in scena al Teatro Sette fino al 28 ottobre,  ha indubbiamente un grande pregio; sin dalle prime battute infatti, anzi ancora prima – dal momento in cui lo spettatore si accomoda al suo posto – si viene catapultati nella Roma d’inizio ’900. Un vero e proprio spaccato di vita, in cui i veri protagonisti sono le tradizioni romane di allora e gli immortali versi dei grandi poeti come Trilussa, Belli e Petrolini che così bene seppero descrivere la bellezza e le contraddizioni della Città Eterna, oltre al vino, naturalmente, come suggerisce il titolo.

E sul palco, insieme a un gruppetto di chiassosi e focosi popolani, vogliosi di gustare del buon vino, c’è proprio Carlo Alberto Salustri, in arte Trilussa, forse l’autore che più di ogni altro lega il suo nome all’immagine stessa di Roma, interpretato magistralmente dall’ottimo Michele La Ginestra. Si intrecciano vicende amorose che scaldano i cuori dei protagonisti, fino quasi ad arrivare alle mani, giochi popolari legati al vino, come la famosa “passatella”, vera e propria istituzione della Roma papalina, arrivata quasi ai giorni nostri, e poi ancora versi in rima recitati in allegria, serenate strampalate e corteggiamenti più o meno grossolani. Sullo sfondo i capolavori senza tempo del Belli e di Trilussa, l’ironia scanzonata di Ettore Petrolini, i testi di Cesare Pascarella e di Giggi Zanazzo.

Uno spettacolo assolutamente riuscito capace di scattare una foto autentica, senza retorica e luoghi comuni, che troppo spesso accompagnano l’immagine della Città Eterna e che regala il volto più umano e sincero di Roma e della romanità di una volta.
Ottime le prove degli interpreti, guidati, come già detto, da un ispiratissimo La Ginestra, perfettamente a suo agio nei panni di Trilussa. Un Trilussa sarcastico e irriverente, sempre pronto a prendersi gioco, bonariamente, degli ingenui popolani, ignoranti sì, ma dotati di un’umanità innegabile.
In una parola, consigliato.


MICHELE LA GINESTRA
ER VINO È SEMPRE ER VINO

15 ottobre 2012
articolo di Ilaria Faraoni

Al Teatro 7 di Roma è in scena dal 16 ottobre “Er vino è sempre er vino“, scritto e diretto da Michele La Ginestra che ne è anche il protagonista; uno spettacolo che tra battute, sonetti (non privi di risvolti e situazioni scollacciate), canzoni e balli vuole riproporre la Roma dei primi del Novecento; tradizioni, giochi da osteria come la famosa e antichissima “passatella”, che al centro del “meccanismo” aveva  per l’appunto proprio il vino: questo ed altro ancora verrà presentato agli spettatori, con l’ausilio delle musiche di Antonio Di Pofi, da Trilussa in persona, fatto rivivere sulla scena da La Ginestra, affiancato da Tiko Rossi Vairo, Francesca Baragli, Vania Lai, Marzia Turcato, Gabriele Carbotti, Luca Paniconi.

http://www.teatro7.it/


CineLetteModa

Articolo di Stefania Chiara Cavagni

“Er vino è sempre vino”!!!

Scritto, diretto e interpretato da Michele La Ginestra, con Tiko Rossi Vairo, Vania Lai, Marzia Turcato, Francesca Baragli, Gabriele Carbotti e Luca Paniconi. In scena al Teatro Sette fino al 28 ottobre.

Un vero e proprio tuffo nelle tradizioni romane dei primi del Novecento, nella romanità di un dialetto ormai evoluto, avvolto dal clima tipico del carnascialesco teatro dionisiaco.
A deliziare le orecchie – in quanto al palato ci pensa già il vino offerto al pubblico dagli stessi attori! – un poliedrico Michele La Ginestra, nei panni di Trilussa, in grado di catapultare lo spettatore all’interno del palcoscenico, facendolo sentire un abituale avventore d’osteria.
Uno spaccato ironico e poetico di una Roma perduta, dove semplici “popolani poveracci”, attraverso il gioco della passatella cercheranno di rimediare un “goccetto” di vino e metteranno in scena una gara poetica, intrecciando poesie del Belli, testi di Petrolini e Pascarella e altre chicche tramandate da Zanazzo.

Contornato da battibecchi e litigi amorosi, uno spettacolo divertente ed emozionante, dove la passione umana, in tutte le sue sfaccettature, regna sovrana (con un bel calice di vino come scettro!).